Ucraina-Russia: finirà la guerra?

Siamo al primo anno e mezzo di guerra e a diverse migliaia di morti, sia tra i militari sia tra i civili.

ore 7.33:

Von der Leyen: Ucraina e Balcani saranno membri dell’Ue

Ucraina e Balcani occidentali diventeranno membri della Ue. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
“Dobbiamo pensare, come Unione europea, a cosa somiglierà una Ue allargata: abbiamo già cominciato a pensarci, perché non parliamo solo di Ucraina ma anche di Moldova e Balcani occidentali”. 

“Possiamo immaginare che fra 20-30 anni questa regione non sia parte dell’Unione europea?

In quel caso, sarebbe sotto l’influenza russa, o cinese: è davvero quello che vogliamo? Questa guerra è un momento che fa da spartiacque: la regione deve essere parte dell’Unione europea, altrimenti avremo un problema. Non è possibile che Ucraina e Balcani occidentali non diventino membri della Ue”, ha sottolineato von der Leyen, precisando che “non c’è un calendario preciso”. 

Di fronte a questa dichiarazione della Von der Leyen, è chiaro che la guerra attuale sarà l’inizio di una nuova era. Ma quale era? E’ finito il tempo dell’assetto Est-Ovest, stabilito a conclusione della Seconda Guerra Mondiale.

Si passerà ad un assetto multiplo, come hanno fatto intendere il Presidente Putin e quello cinese Xi Jinping. E se veramente guardiamo al mondo come crogiolo di nazionalità differenti (come deve essere), allora è cosa auspicabile. Certamente però, sotto una prospettiva positiva. Se invece guardiamo alle contrapposizioni, ossia l’est come assetto russo-asiatico e a ovest come assetto atlantico, allora sarebbe il ritorno al passato, a quello della Guerra Fredda.

Siamo ad un punto di svolta…stiamo a vedere.

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La traccia su Oriana Fallaci

Proposta B3. Testo tratto da: Oriana Fallaci, Intervista con la storia, Rizzoli, Milano, 1977, pp.7-8.
«La storia è fatta da tutti o da pochi? Dipende da leggi universali o da alcuni individui e basta? È un vecchio dilemma, lo so, che nessuno ha risolto e nessuno risolverà mai. È anche una vecchia trappola in cui cadere, è pericolosissimo perché ogni risposta porta in sé la sua contraddizione. Non a caso molti rispondono col compromesso e sostengono che la storia è fatta da tutti e da pochi, che i pochi emergono fino al comando perché nascono al momento giusto e sanno interpretarlo. Forse.

Ma chi non si illude sulla tragedia assurda della vita, è portato piuttosto a seguire Pascal, quando dice che, se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, l’intera faccia della terra sarebbe cambiata: è portato piuttosto a temere ciò che temeva Bertrand Russell quando scriveva: “Lascia perdere, quel che accade nel mondo non dipende da te. Dipende dal signor Krusciov, dal signor Mao Tse-Tung, dal signor Foster Dulles”. Se loro dicono “morite” noi morremo, se loro dicono “vivete” noi vivremo».

Non riesco a dargli torto. Non riesco a escludere insomma che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi. Quei pochi che attraverso le idee, le scoperte, le rivoluzioni, le guerre, addirittura un semplice gesto, l’uccisione di un tiranno, cambiano il corso delle cose o il destino della maggioranza.
Certo è un’ipotesi atroce. È un pensiero che offende perché, in tal caso, noi che diventiamo?

Greggi impotenti nelle mani di un pastore ora nobile ora infame? Materiale di contorno, foglie trascinate dal vento?».

*********************************************Commento personale*************************************

Poche persone come Oriana Fallaci, nel tempo, e quindi nella Storia, sono state capaci di essere se stesse e di dire esattamente, non quello che gli altri volevano si dicesse, ma esattamente ciò che loro desiderano che si dica. La parola esatta per definire Oriana Fallaci è: maledettamente VERA.

Oriana Fallaci fu una giornalista, ma soprattutto una ragazzina che, durante la seconda guerra mondiale, a Firenze, città occupata dai Nazisti, diede il suo contributo come staffetta, per i Partigiani che combattevano contro i Nazisti. Non è da poco.

Infatti pochi sono coloro che sono disposti a sacrificarsi per una causa più grande, come ad esempio, in quel caso, la Resistenza contro il Nemico numero 1 della Libertà e della Democrazia.

Tornando allo stralcio di brano scelto dal Ministero della Pubblica Istruzione, per la Maturità, personalmente penso che la Storia è fatta di accadimenti e di decisioni.

Accadimenti che danno una opzione A o una opzione B, perchè nella realtà le mezze misure non contano. Conta la decisione. Insomma ognuno di noi può dare alla sua vita una svolta. Se scegli di stare solo/a devi essere conseguente; se ti sposi devi essere conseguente, se scegli una Missione superiore, devi essere conseguente e se fai una scelta ovviamente escludi l’altra. Non si può stare con due piedi in una scarpa.

Certamente nei manuali di Storia, quelli scolastici, vengono messi i grandi avvenimenti nazionali ed internazionali, non certo le storie singole della gente cosiddetta “comune”; però la gente comune prende ogni momento delle decisioni, almeno per se stessa, la sua famiglia, la sua vita.

Il Carnevale non ha senso se non ci sono spettatori e maschere di personaggi che partecipano; così nella Storia le grandi decisioni non sono solo frutto di un uomo al potere, anche nelle dittature. Perchè se tu dai il tuo consenso al Male e alla Sopraffazione, ti metti dalla parte del Male e della Sopraffazione.

Nei regimi è stato così: se tu ti schieri con il Dittatore sei con il Dittatore, anche se lo fai per paura di ritorsioni.

Così, per concludere, la Storia quella in grande, non è quella soltanto che leggiamo nei manuali per ragazzi, ma è la MIA, la TUA, la SUA STORIA. Ognuno è personalmente padrone dei suoi atti, ma non siamo monadi. Ognuno di noi partecipa alla Storia del suo Paese, del Mondo e non può esimersi dal parteciparvi.

L’importante è come parteciparvi.

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Giorno della Maturità


Oggi più di cinquecentomila ragazzi della scuola secondaria affronteranno la prima prova, quella scritta d’italiano.

Dovranno scegliere tra 7 tracce di diversi ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale, suddivise in tre diverse tipologie: 2 analisi del testo (uno poetico e l’altro di prosa), 3 tracce.

Ma davvero con questa tappa si potrà parlare di maturità?

Probabilmente no. Perché la maturità di una persona non si misura solo dalla conoscenza e dalla esposizione di proprie capacità, ma dall’armonia della persona in tutte le sue parti: fisicità, intelletto e spiritualità. Perciò, alla fine, non si può dire che la maturità coincida con la conclusione di un ciclo di un corso di studi.

Il concetto di maturità è quindi un concetto ampio, onnicomprensivo.

La società di oggi, quella del XXI secolo, in particolare, dimostra di essere ancora lontana dall’equilibrio. Sì, perché sia a livello individuale sia a livello sociale, le persone vivono in realtà sempre in cammino, ognuno immerso nel suo ambiente familiare e lavorativo.

I livelli di apprendimento rispetto al passato sono esponenzialmente cresciuti, grazie ai mezzi di comunicazione e in particolare alla scuola e all’obbligo di scolarizzazione fino ai sedici anni.

Questo però non avvalla l’idea che si sia arrivati ad una vera e propria maturità, essendo questa una prerogativa non umana. Il tentativo di ogni persona deve essere quello di sviluppare al massimo le proprie capacità e talenti, senza ritenersi mai arrivati alla cima.

Siamo perfettibili ma non perfetti.

La maturità, quella vera, è solo un ultimo traguardo. Insegniamo quindi ai giovani che affrontano degli esami, che la vita stessa è un continuo esame e che la maturità si mostra in una costante ricerca della pienezza, della competenza.

Nessuno di noi è chiamato ad essere e può essere perfetto. La nostra funzione è quella di fare nel miglior modo ciò che ognuno può fare secondo le proprie capacità. Insomma la nostra funzione all’interno della società è quella di essere un giusto tassello nel cammino dell’Umanità, verso una pienezza che sfocia solo in Dio, o per chi non ha questa fede, verso la migliore completezza epocale.


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Il Canone cristiano delle Scritture

Nei secoli immediatamente precedenti e successivi l’era cristiana (all’incirca III secolo a.C. – III secolo d.C.), quando la comunità religiosa ebraica era relativamente stabile attorno al tempio di Gerusalemme ma anche nella fiorente diaspora nei vicini paesi del medio oriente, vennero composti un elevato numero di scritti attualmente noti come apocrifi dell’Antico Testamento. La lingua di tali testi era l’ebraico (in questo periodo ormai una lingua morta usata solo nel culto liturgico), l’aramaico (la lingua ufficiale del medio oriente parlata anche in Palestina) e il greco (che costituiva la lingua franca all’interno della sfera ellenista, parlata in particolare dalle comunità giudaiche nella diaspora in Egitto). Il contenuto e/o l’attribuzione pseudoepigrafa di questi apocrifi era legato ai testi della attuale Tanakh, i soli ammessi nella liturgia ufficiale del tempio di Gerusalemme o della sinagoga.

Settanta

La comunità degli Ebrei presente nella città ellenista di Alessandria d’Egitto tradusse i testi della Tanakh in greco, la loro lingua vernacolare, in un lasso di tempo che va dal III secolo a.C. (Torah) al I secolo a.C. (alcuni Scritti). Il nome col quale viene indicata la traduzione è Settanta, in riferimento al leggendario numero dei traduttori della Torah come descritto dalla Lettera di Aristea. La versione ebbe una notevole fortuna tra gli Ebrei di lingua greca presenti non solo in Egitto ma nell’intero medio oriente: per essi, al pari dei loro con-religionari palestinesi, l’ebraico rappresentava ormai solo una lingua morta (analogamente gli Ebrei della Terra d’Israele di lingua aramaica avevano composto i targumim).La Settanta includeva anche diversi libri in greco composti nella diaspora in Egitto che non erano usati né nel culto ufficiale del tempio di Gerusalemme né in quello della sinagoga della diaspora. Per sottolineare la discrepanza numerica tra i testi contenuti nella Tanakh e nella Settanta tra gli attuali studiosi si parla solitamente di:

  • canone palestinese o canone breve, includente i libri ebraico-aramaici della attuale Tanakh;
  • canone alessandrino o canone lungo, includente oltre ai libri presenti nel canone palestinese anche i testi scritti in greco nella diaspora, contenuti nella Settanta.

Il canone dei libri sacri per gli ebrei comprende in definitiva 24 libri (il numero però diventa 39 contando separatamente i dodici profeti minori, i due libri di Samuele, i due libri dei Re, Esdra e Neemia, i due libri delle Cronache).

Le prime comunità cristiane hanno usato, nel culto liturgico e come riferimento per la compilazione dei testi del Nuovo Testamento, la traduzione greca dell’Antico Testamento (termine coniato dalla tradizione cristiana) iniziata ad Alessandria d’Egitto nel III secolo a.C. e terminata nel I secolo a.C. Delle circa 350 citazioni dell’AT presenti nel NT circa 300 seguono seppure con una certa libertà redazionale la Settanta greca invece che il testo ebraico (detto poi testo masoretico).

La Settanta comprende anche altri testi prodotti nella diaspora alessandrina complessivamente tra il IV-I secolo a.C. cihamati nella tradizione cattolica deuterocanonici (apocrifi in quella protestante):

  • Giuditta
  • Tobia
  • Primo libro dei Maccabei
  • Secondo libro dei Maccabei
  • Sapienza di Salomone
  • Siracide
  • Baruc
  • Lettera di Geremia
  • aggiunte a Daniele
  • aggiunte a Ester

Nuovo Testamento

I 27 testi che compongono l’attuale Nuovo Testamento sono stati composti in lingua greca in un periodo relativamente limitato che va circa dal 51 (Prima lettera ai Tessalonicesi) al 95 (Apocalisse di Giovanni). Tra i biblisti è ampiamente diffusa, seppure non unanime, l’ipotesi che la redazione dei Vangeli si sia basata su una precedente raccolta proto-evangelica, la cosiddetta fonte Q, risalente a un periodo indefinibile tra il 40-60. Questo testo però, se esistito, è confluito nelle narrazioni dei Vangeli ed è stato dunque in seguito abbandonato e perduto. Gli autori del Nuovo Testamento si presentano, o sono indicati dalla tradizione cristiana immediatamente successiva, come apostoli. Sebbene Paolo di Tarso, autore di 13 lettere, non facesse parte del primordiale nucleo dei 12 apostoli, si considerò tale in quanto a suo dire chiamato e inviato direttamente da Gesù sulla celeberrima via di Damasco (‘apostolo’=inviato in greco).

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Il Canone ebraico delle Scritture

I libri che compongono l’attuale Tanakh sono stati composti in un ampio lasso di tempo che va dal X secolo a.C. alla metà del II secolo a.C. Sono scritti in ebraico, con alcune appendici in aramaico in alcuni libri più recenti. La maggior parte di tali testi sono stati caratterizzati da una tradizione orale più o meno prolungata prima che si arrivasse a una vera e propria redazione scritta (per la maggior parte degli oracoli profetici, considerati ‘con sicurezza’ parola di Dio, la stesura scritta deve essere avvenuta in tempi relativamente brevi). In particolare il V secolo a.C., in corrispondenza con il ritorno in Giudea dei deportati ebrei dall’esilio babilonese, si rivelò cruciale per il passaggio dalla fase orale a quella scritta, soprattutto per i cinque testi della Toràhpentateuco e per i libri che descrivevano la storia del popolo d’Israele, i cosiddetti ‘profeti anteriori’: Giosuè, Giudici, 1-2 Samuele, 1-2 Re.

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Il problema della Ispirazione divina e del Canone

La Sacra Scrittura nel tempo è stata riordinata. I vari libri scritti, in ambito ebraico, sono un patrimonio non solo per gli ebrei, ma per l’intera umanità. Presso il mondo ebraico non esisteva la parola “ispirazione divina” nonché il concetto di “canone“, ossia elencazione dei libri biblici.

Per gli ebrei esiste la Parola di Dio ossia tutto quanto è stato scritto nella Sacra Scrittura proviene dal Signore.

Per i cristiani si ebbe fin da subito, nelle comunità, la consapevolezza che le parole scritte da autori umani erano state scritte perché provenienti da Dio e da lui ispirate.

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Tanakh

si tratta di un acronimo che riguarda le iniziali delle parti della Bibbia ebraica:

Torah

Nebi’im ossia Profeti

Ketubim ossia Scritti

La parola Bibbia deriva dal greco Biblia, ossia libri.

La divisione in tre parti del Tanakh è stabilita nei trattati talmudici.

Queste tre parti sono suddivise, a loro volta, in altri libri per un totale di trentanove.

Il Tanàkh è così composto:

  • Torah(תורה, “Insegnamento; istruzione”, per estensione “Legge”).
    • 1. Bereshit(בראשית, “In principio”). Prende il suo nome dalla prima parola del testo: בראשית Bereshìt. Corrisponde al Libro della Genesi.
    • 2. Shemòt (שמות, “Nomi”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Ve’elleh Šemot (ואלה שמות, “Questi sono i nomi”). Corrisponde al Libro dell’Esodo.
    • 3. Vaikrà (ויקרא, “Chiamò”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Vaiyikra el Mosheh ( ויקרא אל משה, [Il Signore] chiamò Mosé). Corrisponde al Libro del Levitico.
    • 4. Bamidbàr (במדבר, “Deserto”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Vaydabber Hashem el-Mosheh bemidbar (ידבר יהוה אל משה במדבר, “Il Signore parlò a Mosè nel deserto). Corrisponde al Libro dei Numeri.
    • 5. Devarìm (דברים, “Parole”). Prende il suo nome dalle prime parole del testo: Elleh haddevarim (אלה הדברים, “Queste sono le parole”). Corrisponde al Libro del Deuteronomio.
  • Nevi’im (נביאים, Profeti).
    • Nevi’im Rishonim (נביאים ראשונים, Profeti anteriori)
      • 6. Y’hoshua (יהושע). Corrisponde al Libro di Giosuè.
      • 7. Shoftim (שופטים). Corrisponde al Libro dei Giudici.
      • 8. Sh’muel (שמואל). Corrisponde al Libri di Samuele I e II.
      • 9. M’lakhim (מלכים). Corrisponde al Libri dei Re I e II.
    • Nevi’im Acharonim (נביאים אחרונים, Profeti posteriori)
      • 10. Isaiah (ישעיה). Corrisponde al Libro di Isaia.
      • 11. Yermĭyahu ( ירמיהו). Corrisponde al Libro di Geremia.
      • 12. Yehzqè’l (יחזקאל). Corrisponde al Libro di Ezechiele.
      • 13. Trei Asar ( תרי עשר). Corrisponde ai Profeti minori.
        • I. Hošeah(הושע), corrisponde al Libro di Osea.
        • II. Joel (יואל) corrisponde al Libro di Gioele.
        • III. Amos (עמוס) corrisponde al Libro di Amos.
        • IV. Obadiah (עובדיה) corrisponde al Libro di Abdia.
        • V. Jonah (יונה) corrisponde al Libro di Giona.
        • VI. Micà (מיכה) corrisponde al Libro di Michea.
        • VII. Nachum (נחום) corrisponde al Libro di Naum.
        • VIII. Ḥavaqquq (חבקוק) corrisponde al Libro di Abacuc.
        • IX. Tsefanjà (צפניה) corrisponde al Libro di Sofonia.
        • X. Haggai (חגי) corrisponde al Libro di Aggeo.
        • XI. Zekharya (זכריה) corrisponde al Libro di Zaccaria.
        • XII. Malachì (מלאכי) corrisponde al Libro di Malachia.
  • Ketuvim (כתובים, Scritti riportato anche come Agiografi).
    • 14. Tehillim (תהילים) corrisponde al Libro dei Salmi.
    • 15. Mishlei (משלי) corrisponde al Libro dei Proverbi.
    • 16. `Iyyov (איוב) corrisponde al Libro di Giobbe.
    • 17. Shir ha-Shirim (שיר השירים ) corrisponde al Cantico dei Cantici.
    • 18. Rut (רות ) corrisponde al Libro di Rut.
    • 19. Eikhah (איכה ) corrisponde al Libro delle Lamentazioni.
    • 20. Qohelet (קהלת ) corrisponde al Libro dell’Ecclesiaste.
    • 21. Esther (אסתר ) corrisponde al Libro di Ester.
    • 22. Daniyyel (דניאל ) corrisponde al Libro di Daniele.
    • 23. Ezra v’Nechemia (עזרא ונחמיה) corrisponde al Libro di Esdra e al Libro di Neemia.
    • 24. Divrei Hayamim (דברי הימים) corrisponde ai Libri delle Cronache I e II.

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Perchè una Yeshivah cristiana?

Si tratta di una scuola on line dove si ragiona sulla Parola di Dio, tradizione e significati della visione religiosa sia ebraica sia cristiana, ma con un’attenzione alla visione cristiana.

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Talmud

Talmud significa “studio”: indica la raccolta di commenti sulle norme giuridiche, etiche e rituali del giudaismo.

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Torah

La Torah è la prima parte della Bibbia ebraica (Tanakh)

la Torah, scritta in ebraico, corrispondente ai 5 libri del Pentateuco e contenente le istruzioni impartite da Dio al Popolo d’Israele sul Monte Sinai, quarantanove giorni dopo l’esodo dall’Egitto. Essa contiene la descrizione della storia dell’umanità dalla Creazione fino all’arrivo degli Ebrei in Terra d’Israele. Inoltre include i precetti comandati da Dio al Popolo d’Israele, che suggellano il patto stretto tra la Divinità e il popolo ebraico. Il canone ebraico delle Sacre Scritture venne definito nel I secolo.

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