ELSA

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ELSA MORANTE.  UNA GRANDE AUTRICE ROMANA

Se non avete mai letto nulla di Elsa, legge questo romanzo di Angela Bubba. 

ELSA, appunto!

Quando ero ragazza, avevo un professore così bravo che ogni volta che spiegava ci lasciava immaginare di essere al fianco degli scrittori o scrittrici studiati. Io sempre amai e amo immergermi nelle vite delle persone, con discrezione, come una spettatrice che sa osservare bene, ricordare fortemente e apprendere. E così sono rimasta. 

La Letteratura è un mondo alternativo oppure è la spiegazione del mondo degli scrittori. 

Mi sembra che tra tutti gli autori del Novecento, Elsa Morante tenga in sé unite le trame di tante storie e per me è una scrittrice amata, nella quale spesso mi specchio.

In questo romanzo di Angela Bubba, scrittrice calabrese, giovane, ma consapevole del potere della narrazione, si potrà conoscere molto bene Elsa.

La chiamerò così, per nome. 

Per me Elsa è come un’amica sempre viva, anche se non più tra noi. Elsa è come una spada che trafigge nel cuore e là rimane. Non si può dimenticare ciò che dice nei suoi libri e anche nelle trasposizioni cinematografiche, come per il romanzo La Storia, tutto resta.

Ogni libro è un tesoro, una scoperta. Per chi ama conoscere strade sconosciute, questo libro sarà come un tesoro.

Elsa Morante va scrutata profondamente, come sempre dico ai miei alunni. 

Infatti, in lei si cela la vita di una giovane donna italiana del Novecento, segnata dalla presenza delle tipiche contraddizioni italiane. Figlia di una maestra ebrea e di un padre assente, dal quale ricevette solo il DNA e cresciuta in seno ad una famiglia il cui padre non era il suo, ma solo il marito di sua madre, con dei fratellastri, nel quartiere del Testaccio, durante gli anni ’30-40; Elsa si emancipò presto dalla famiglia e andò a vivere da sola. Presto conobbe Alberto Moravia, figlio di madre cattolica e di padre ebreo, borghese ricco e già giornalista e scrittore. Erano gli anni del Fascismo.

Il critico letterario Cesare Garboli -che conobbi personalmente e che intervistai negli anni ’90 per la mia tesi di laurea, su un autore suo amico e di cui era curatore- diceva che «Elsa Morante è una di quelle persone che si possono esplorare da cima a fondo, senza mai lasciarsi conoscere. Queste persone si direbbe che ignorino la morte, ma siccome ignorano la morte, ignorano anche il riposo, quella pace della vita che chiamiamo maturità. Sono tutte vive, tutte infantili. E della loro infanzia si portano addosso la croce di far parte non di un oggi ma di un sempre». 

Angela Bubba tenta di restituirci un’immagine più netta di una donna che spesso si nascose al grande pubblico. Il romanzo “Elsa” ripercorre più di mezzo secolo di storia, dal 1922 fino al 1985, anno della morte della scrittrice. A partire dall’infanzia, in cui Elsa, bambina, viene descritta come schiva e solitaria, ma già dotata di acume e intelligenza straordinari. Nel romanzo, in cui Angela Bubba descrive la vita e gli scritti della Morante, raffigura i momenti salienti della vita della scrittrice come la vittoria del premio Strega nel 1957, con L’isola di Arturo, o il primo incontro con il grande amico Pasolini.

Il romanzo di Angela Bubba funge come omaggio a una delle più grandi scrittrici italiane di sempre, ma non solo. In alcune costruzioni narrative emerge il desiderio dell’autrice di far comprendere al lettore qualcosa di più profondo e misterioso, a tratti inquietante, della personalità di Morante. 

Ciò che resta al termine della lettura è la conoscenza di una vita che fu già di per sé un romanzo e il desiderio di studiare, cogliere altre sfumature, nascoste nei romanzi di una scrittrice senza tempo.

Quando si legge un autore/autrice, è come leggere dentro la loro anima.

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