LA MADRE

Credo molto alle rivelazioni, ai sogni e alle illuminazioni…ai ricordi.

La nostra vita è come un cammino in cui, gradualmente si scopre la nostra identità e il significato delle cose.

Stamattina, fine maggio, mese dedicato a Maria, svegliandomi ho ricordato mia madre. 

Non è ovviamente solo oggi che la ricordo, perché sta sempre nel mio cuore…però stamane è come se avessi capito quale relazione ci lega, non solo tra noi, ma anche con tutte le creature.

La Madre è un archetipo, un modello fisso, dal quale abbiamo origine e verso il quale ogni essere si dirige. 

La Madre è l’immagine con la quale sempre, in vita e in morte, dobbiamo fare i conti.

Dicono che la prima figlia sia immagine del padre, ma per me, per come io mi vedo, ho i tratti e il carattere di mia madre Rosetta.

Mi piace ricordarla. Bellissima, bionda, occhi azzurri, carattere forte, simpatica e intraprendente. Una diva degli anni Sessanta. 

Mia madre era un’impavida. O che stesse con gente di classe o con gente di popolo, non aveva mai paura di niente e di nessuno.

L’estate, quando ero libera dalla scuola, mi portava a visitare Roma, le sue bellezze.

Andavamo a Trastevere, a passeggiare. Poi di sera per Via del Corso, Piazza Venezia, Via Nazionale.

Io godevo quando lei brillava di luce propria. Metteva del trucco azzurro sulle palpebre, un rossetto lieve e delle belle camicette di seta chiara, con delle gonne al ginocchio, nere… 

I tacchi alti…una Regina.

Io gelosa del suo fascino, avrei voluto imitarla…ma preferivo osservarla, perché era il mio modello.

Quando lavorava comandava tutti e tutti obbedivano. Non era un capo noioso. Sapeva gestire con fermezza e determinazione. Organizzava sempre tutto.

Se invitava gente a cena, nelle serate d’estate, ci si metteva all’aperto. 

Cucinava come nessuna. Era la Signora della festa.

La sua religiosità la viveva nel nascondimento. Andava ai santuari di notte, al Divin Amore, alla Scala Santa, in ginocchio…e sapeva tacere sui problemi.

Non era vanitosa, perché era sobria. Vestiva di marca ma dava ai poveri. Era generosa.

Una volta venne invitata dal suo datore di lavoro ad Hammamet, in Tunisia, in una villa vicina a quella di C.. Il suo datore di lavoro era un regista molto importante e lei era la sua segretaria. C. chiese al regista se lui, andando a cena, avrebbe portato mia madre e mia madre accettò.

Dai suoi racconti, immagino che la sera fu bellissima. Il mare, la luce delle strade vicine, gli invitati…

Mia madre stava seduta e veniva servita come gli altri, ma non rimase troppo così. Si alzò, prese i vassoi e servì lei…perché diceva che “quelli” non sapevano fare. Era così. Intraprendente.

Poi misero della musica araba e si mise a ballare, intrattenendo gli ospiti fino a notte fonda.

C. disse al regista: “Fai venire sempre Rosetta!”

Un’altra estate, quando avevo diciassette anni, la moglie di Nino M., che aveva una boutique a Via Margutta, dove mia madre lavorava, ci invitò alla loro villa a Formia.

Io ero entusiasta. Insomma, andare a passare una settimana con la famiglia di un grande attore, non è proprio da tutti…

Così partimmo per Formia da Termini, con il treno…solo che quando stavamo quasi in dirittura d’arrivo, la signora si accorse che si era dimenticata la carta d’identità. Passò il controllore. Tutti avevamo i documenti, ma la signora disse che aveva dimenticato. Disse che era la moglie di Nino M., ma il controllore si mise a ridere e voleva multarla.

Mia madre assicurò che era la verità e stava per prendere una multa anche lei, quando arrivammo alla stazione di Formia; scendendo io vidi dal finestrino tanti fotografi. 

Erano lì per Nino M.

Scendemmo che ancora litigavano: il controllore con mia madre e la signora amica…

Fu così che Nino M. si avvicinò e circondato dai fotografi, iniziò ad accertarsi della cosa..

“Vede? Questo è Nino M.? e la signora è sua moglie!”, disse mia madre al controllore, il quale si scusò e non ci fece pagare la multa.

Poi Nino M. iniziò a ridere e a dire a mia madre…”Ahh lei è la famosa Rosetta? Perché non facciamo un film insieme?”

Mia madre rise e continuammo ad andare verso la vettura.

Io osservavo la scena. Poi mi resi conto che mia madre sarebbe stata una buona attrice.

E fu così che passai una settimana da sogno nella villa di Nino M.

La vera diva era mia madre.

Una Madre, La Madre. Il mio modello. Sempre ricorderò gli episodi più belli insieme, quelli che danno vita e che danno futuro. La Madre è la luce nel cammino.

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