Ilaria Salis, l’insegnante di origine sarda ma trapiantata a Monza, che sta in carcere in Ungheria, non è che la punta di un iceberg grande quanto la storia dell’umanità.
Infatti è in carcere perché andò a protestare contro un raduno neonazista nella capitale ungherese ed è stata accusata di lesioni gravi contro tre attivisti di estrema destra.
Aldilà della sua posizione politica, quello che conta è l’assurdo sbilanciamento della pena, carcere e catene, dinanzi alla mitezza di considerazione dei neonazisti che si radunano ancora in varie parti dell’Europa e oltre.
Bisogna avere il coraggio di contrastare tutti coloro che vogliono ritornare agli anni bui della seconda guerra mondiale e soprattutto bisogna stare dalla parte di coloro che invece ripudiano ogni forma di intolleranza e di violenza, siano essi credenti, siano essi semplici uomini e donne che tentano di dare un messaggio chiaro e forte alla società civile.
Cristianamente parlando, Gesù stesso fu messo a morte da innocente per aver agito a nome dell’umanità ferita e maltrattata.
Umanamente parlando non possiamo tollerare che persone come noi subiscano ingiustizie e i governi devono fare in modo che tutti i cittadini siano tutelati, in particolare quelli come Ilaria Salis, che ha voluto dare un segnale contro forme di pensiero e azione totalmente antiumane, come appunto il neonazismo.
La mia opinione sarebbe stata la stessa se fosse stata combattuta ogni forma di pensiero o azione di stampo comunista, perché ai miei occhi si equivalgono.
Ogni forma di prepotenza, da qualsiasi parte provenga, infatti ha un’unica matrice antiumana!