La parola intelligènza deriva dal sostantivo latino intelligentĭa, a sua volta proveniente dal verbo intelligĕre, “capire“. Il vocabolo intelligĕre è formato dal verbo legĕre, “cogliere, raccogliere, leggere” con la preposizione intus, “dentro” (quindi, ‘leggere dentro, in profondità‘); l’intelligenza, quindi, è letteralmente capacità di vedere in profondità.
Da sempre l’uomo si è chiesto che cosa lo distingua dagli altri esseri viventi sulla Terra e che cosa lo caratterizzi. Con il tempo ha capito che ha a che fare con un Essere al di sopra di lui e con altri esseri animali e non, che lo circondano.
L’intelligenza è un complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono di capire le cose e i concetti e di organizzare conseguentemente il proprio comportamento, sia nel campo delle idee, sia nel campo dell’attività pratica, per risolvere un problema e raggiungere un obiettivo.
L’intelligenza è stata anche definita come la capacità di passare dal pratico al teorico, attraverso l’astrazione, di comprendere i processi della realtà, attraverso la logica e inoltre come la capacità di percepire o dedurre informazioni e di conservarle come conoscenza da applicare a comportamenti adattivi, all’interno di un ambiente o di un contesto.
Il concetto chiave della mente umana è riassunto nel quoziente d’intelligenza (QI) ossia il rapporto tra l’età mentale di una persona e la sua età cronologica, moltiplicato per 100. Il valore 100 del quoziente intellettivo è considerato il valore medio della popolazione. Si supera la media della popolazione da 100 a circa 160 punti. Chi sta sulla media del 140 è già un genio o perlomeno una persona di grandi capacità.
Ci sono due tesi, circa il potenziale del QI: 1. la Tesi ereditarista, secondo la quale, il QI di una persona dipende dal suo genotipo (dunque è immutabile); 2. la Tesi ambientalista, secondo la quale, il QI di una persona dipende dall’ambiente culturale in cui è nata, cresciuta e in cui vive (dunque è mutabile).
Queste due teorie, per tutto il ‘900, si sono susseguite e scontrate, finchè si è pensato che il sostrato sia la prima e il completamento la seconda.
Esiste poi la teoria delle intelligenze multiple
Lo psicologo statunitense Howard Gardner arriva a distinguere ben nove manifestazioni fondamentali dell’intelligenza, derivanti da strutture differenti del cervello e indipendenti l’una dall’altra.
Ecco i nove macro-gruppi intellettivi:
1.Intelligenza Linguistica: è l’intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico, in base alle necessità, ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio.
2.Intelligenza Logico-Matematica: coinvolge sia l’emisfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello di destra, nel quale vengono elaborati i concetti. È l’intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche.
3.Intelligenza Spaziale: concerne la capacità di percepire forme e oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali, in base a schemi mentali piuttosto complessi. Questa forma dell’intelligenza si manifesta essenzialmente nella creazione di arti figurative.
4.Intelligenza Corporeo-Cinestesica: chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti.
In generale si può riferire a chi fa un uso creativo del corpo, come i ginnasti e i ballerini.
5.Intelligenza Musicale: normalmente è localizzata nell’emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce.
6.Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale, per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in personalità diverse dalla propria. Si può chiamare anche intelligenza emotiva.
7.Intelligenza Interpersonale: Riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Si può riscontrare specificamente negli psicologi. Si chiama anche intelligenza sociale.
8.Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi.
9.Intelligenza Esistenziale o Teoretica: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi della speculazione teoretica, come la natura dell’universo e la coscienza umana, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente.
Il significato del concetto di intelligenza, secondo queste nove categorie, è da intendersi dunque come particolari abilità di cui è dotato l’individuo. Queste capacità non sono statiche e possono essere sviluppate mediante l’esercizio, ma possono anche sparire col tempo, se non vengono utilizzate.
Ogni macro-gruppo contiene vari sottotipi. Quindi si possono anche intersecare tra loro.
L’intelligenza artificiale
La locuzione intelligenza artificiale (o IA) indica sia la proprietà di una macchina di imitare, del tutto o in parte, l’intelligenza biologica, sia il ramo dell’informatica che mira a creare le macchine capaci di tale imitazione, attraverso “lo studio e la progettazione di agenti intelligenti” ossia dei sistemi che percepiscono l’ambiente e attuano le azioni che massimizzano le possibilità di successo.
L’intelligenza artificiale è vista come “la capacità di un sistema di interpretare correttamente dati esterni, di capire questi dati e di utilizzare tale apprendimento per raggiungere obiettivi specifici e svolgere compiti, attraverso un adattamento flessibile”.
Tra le caratteristiche che le macchine possono avere vi sono il ragionamento, la capacità di pianificare, apprendere, percepire, comunicare e manipolare oggetti. Non vi è attualmente consenso su quanto vicino si possa andare nel simulare il cervello umano.
Per il presente e il futuro sono stati proposti o ipotizzati diversi metodi di miglioramento dell’intelligenza umana, le cui implicazioni e i cui livelli di efficacia, sicurezza e legittimità etica sono stati oggetto di discussione.
L’AI sta pian piano pervadendo le nostre vite, ma va regolamentato l’uso e a tal proposito l’UE sta già agendo, per offrire all’umanità un valido aiuto come strumento in molti campi e non solo un insieme di rischi incontrollati e incontrollabili.
cfr. Treccani on line e altri siti di psicologia e corsi su AI