UN CAMMINO, UN DESTINO, UNA DESTINAZIONE

Dio, nel suo imperscrutabile disegno di salvezza, ha scelto di incarnarsi in un figlio.

Non ha scelto di venire al mondo isolato, ma ha scelto la famiglia.

Il mistero dell’Incarnazione di Gesù avvenne e avviene in una famiglia. Anche se “non è di moda”, detto ironicamente per non ledere i diritti e le scelte di nessuno, Dio sceglie un nido familiare.

Un padre una madre un figlio.

Una madre, un padre e la Potenza divina!

Una madre, Miriam, figlia secondo la tradizione di Joaquim e Hanna, della tribù di Giuda, della discendenza di Davide.

Un padre legale, Joseph, della stirpe di Davide.

Entrambi di stirpe davidica, la stirpe di Israele, quella scelta da Dio.

Miriam e Joseph: due promessi sposi.

Dio vuole realizzare il suo progetto universale di salvezza, attraverso questi due ebrei giusti.

Gesù ossia Joshua, “Dio salva”, nascerà per la potenza dello Spirito Santo, in una famiglia umana.

Dio si serve delle cose umane per farne cose divine, perché tutto discende da LUI.

Il sì di Maria e il sì di Giuseppe, -chiamiamoli d’ora in poi in italiano- hanno permesso a Dio la realizzazione umana del suo progetto eterno. Dio vuole la nostra collaborazione.

Ognuno di noi viene da due esseri umani: un uomo ed una donna.

Non esiste proprio che si possa modificare questo progetto!

Ognuno di noi porta in sé, nel proprio essere la storia dei propri genitori e dei propri antenati.

Ognuno ha un suo cammino, un suo destino e una sua destinazione.

Un cammino fatto di infanzia, giovinezza e maturità, fino alla mèta; un destino, ossia un suo svolgimento -non secondo il mondo classico, il fato stabilito dagli dei, ma una libera scelta personale-; una sua destinazione, ossia un punto di arrivo – che non coincide esattamente con la morte fisica, ma può coincidere con ideali, passioni, scelte e realizzazioni-.

La morte fisica non è tutto. Dio ha stabilito per ognuno cammini di salvezza. La Vita Eterna non si può buttar via per quattro spiccioli.

Così il cammino umano di Gesù ha incrociato il nostro, il suo destino può essere il nostro e la sua destinazione, ossia il Regno di Dio sarà la nostra speranza e il nostro desiderio. Non da soli però: ma con tutte le nostre famiglie, i vivi e i trapassati che riabbracceremo quando Dio vorrà.

Il bilancio di un anno che si conclude si può far bene partendo dalla storia della salvezza che si immette … in una storia umana, fatta di sfide, di luci e di ombre, che ognuno sa.

Alziamo lo sguardo verso l’alto e protendiamolo al futuro, augurando per ognuno di realizzare il Bene per sé e per tutta l’Umanità.

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