GIAMPAOLO PANSA, UN GIORNALISTA E SCRITTORE CONTROVERSO

Giornalista e saggista (Casale Monferrato 1935 – Roma 2020). Ha iniziato l’attività giornalistica nel 1961, collaborando con vari quotidiani italiani. Vicedirettore della Repubblica dal 1978 al 1991, nel 1991 è divenuto condirettore del settimanale L’Espresso. Ha poi scritto per Il RiformistaLibero La Verità. Autore di saggi e romanzi sulle vicende storiche del periodo della guerra di liberazione (Viva l’Italia libera, 1963; Guerra partigiana tra Genova e il Po, 1967; L’esercito di Salò, 1969; Ma l’amore no, 1994; Il sangue dei vinti, 2003, Sconosciuto 1945, 2005; La grande bugia, 2006; I vinti non dimenticano, 2010), ha dedicato numerose pubblicazioni ad alcuni dei fenomeni più significativi delle vicende politiche italiane degli ultimi decenni. Tra le sue opere più recenti: il romanzo Natale a Is Arenas (2010); Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri (2011); Tipi sinistri. I gironi infernali della casta rossa e La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti, entrambi del 2012; nel 2013, La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un partito invisibile e Sangue, sesso, soldi;  Bella ciao. Controstoria della Resistenza e Eia eia alalà. Controstoria del fascismo (2014); La destra siamo noi. Una controstoria italiana da Scelba a Salvini L’Italiaccia senza pace. Misteri, amori e delitti del dopoguerra (2015); nel 2016, Il rompiscatole. L’Italia raccontata da un ragazzo del ’35 e Vecchi, folli e ribelli; nel 2017, L’ Italia non c’è più. Come eravamo, come siamo e Il mio viaggio tra i vinti. Neri, bianchi e rossi; entrambi nel 2018, Uccidete il comandante bianco. Un mistero nella Resistenza e La «Repubblichina»; nel 2019, Quel fascista di Pansa e Il dittatore. Postumi, sono stati pubblicati nel 2020 L’Italia si è rotta e Il sangue degli italiani. 1943-1946 una storia per immagini della guerra civile.

Cfr. TRECCANI

Mi sembra che, tra tutti i giornalisti che abbiano trattato sulla seconda guerra mondiale, sulla Resistenza e sugli anni del dopoguerra, fino alla prima Repubblica, Pansa sia uno dei giornalisti e scrittori più onesti a livello intellettuale.

Infatti, pur essendo, nei suoi primi anni della giovinezza e maturità, di sinistra, abbia voluto essere “politicamente scorretto”, andando a studiare e a leggere, ma soprattutto a parlare con la controparte, ossia quelli che la Storia oggi definisce i vinti, ossia la destra del tempo, i fascisti e i repubblichini.

Senza andare a rimescolare le carte della realtà da manuale, mi piace vedere come, per amore di verità, Pansa abbia intervistato persone che vissero in prima persona le vicende dell’epoca e soprattutto abbia voluto ricostruire, senza paura, i misfatti degli uni e degli altri.

La lettura dei suoi libri è imprescindibile per chi voglia conoscere davvero le vicende del Ventennio Fascista e della cosiddetta Resistenza.

Personalmente metterei Pansa tra le citazioni da manuale, nei libri di storia, per le scuole medie e per i licei.

La Storia infatti non è solo un coacervo di date, ma insegna a capire il passato e a considerare come l’Uomo non sia cambiato nel tempo. Cambiano le epoche, ma l’animo umano non cambia.

E’ banale dire che la Storia insegna. In realtà non ha insegnato nulla a chi non ha saputo vedere.

Adesso molti giovani vivono come se nulla fosse. Pochi sono quelli che considerano la Verità, la ricerca, come qualcosa di veramente buono.

In questo la responsabilità è dei padri. Infatti i ragazzi, solitamente ben guidati, sono ricettivi. Gli adulti, invece, presi da mille cose, dimenticano l’essenziale.

Giampaolo Pansa venne criticato dai suoi stessi compagni di partito, ma in realtà è stato un vero e proprio Maestro di etica: ha capito che è riduttivo dire: Vincitori e vinti…e spesso i vinti, agli occhi dei vincitori, sono da disprezzare.

In realtà i vincitori hanno fatto le stesse cose, se non peggio, dinanzi ad un’Italia da ricostruire dalle fondamenta.

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