Nell’estate del 2009 venni inviata in Siria per trascorrere un mese laggiù e conoscere la missione.
Sinceramente non mi sono mai fidata di quei luoghi e di quelle genti, però per obbedienza andai.
Passai quindici giorni ai confini con la Turchia per un campo scuola di bambini. Non capivo una parola di arabo.
C’era solo un sacerdote che parlava francese e questo mi salvò.
Terminato il campo scuola, rimasi una settimana ad Aleppo e poi andai a Damasco. Approfittai di fare visita ai luoghi di San Paolo. Però sempre stavo sul chi va là … vedevo un clima ostile e sinceramente non vedevo l’ora di tornare in Italia.
Nell’ultima settimana di agosto insieme ad altre tre persone, da Aleppo prendemmo un pullman notturno per passare la frontiera.
Ci tolsero i documenti e ci dissero che era per dei controlli.
All’improvviso alle 3.15 circa del mattino il pullman fu fatto fermare e salirono dei miliziani a mitra spianato. Urlavano. Io non capivo nulla della lingua ma capivo che avevano i mitra. Ci fecero scendere. Tutti erano siriani frontalieri che andavano in Libano per lavorare e di straniera c’ero solo io.
Mi portarono dentro una caserma e mi urlarono per un’ora con il mitra sulla schiena. Volevano che scrivessi chissà che. Ma io non sapevo l’arabo.
Pregai che chiamassero una delle persone che erano con me. Quella entrò e sbiancò per me. In francese le dissi che mi urlavano addosso di scrivere ma io non sapevo cosa.
Parlarono e poi la mia conoscente scrisse per me. Volevano sapere perché ero lì e dove andavo.
Terminate le urla e le dispute ritornammo sul pullman e gli altri iniziarono a urlare verso di noi, finché riprendendo il cammino, sul far del giorno, le acque si calmarono ma non io. Giurai a me stessa che non avrei mai più obbedito ad andare là, in Siria e Libano.
Arrivati a Beirut dissi che volevo ritornare in Italia ma non mi fecero partire fino allo scadere del mese.
Quello stesso inverno l’Isis iniziò le sue azioni.
Credo che la mia esperienza sia stata un attimo. Non voglio pensare cosa sia vivere sempre sotto attacco terroristico.
Ora se non si frena questa grande ondata di odio, sarà difficile credere che gente senza sprezzo della morte, rinunci alla sua vendetta sulla gente normale.
In quanto alla missione … noi cristiani lì siamo le loro zecche.
Valiamo poco meno di nulla.