Premesso che il tema dei pregiudizi tocca ognuno, vorrei riflettere su quanto essi danneggino le persone: sia chi fa pregiudizi, sia chi li riceve. I pregiudizi sono opinioni personali o anche sociali, di gruppi più o meno ampi di persone, che partono da idee incomplete e poco verificabili, spesso non veritiere e non obiettive.
Certamente nessuno sulla terra può avere una visione della realtà obiettiva al 100 per 100, però la differenza tra chi fa pregiudizi e chi non ne fa, sarebbe come una svolta nella propria vita personale e sociale.
Quando si è ragazzi è facile partire in quarta, “definire” in tratti netti la realtà e le persone; ma quando si diventa adulti e si inizia ad essere maturi, l’atteggiamento dovrebbe cambiare.
L’altro giorno leggevo su un social di come si attribuisca la violenza di genere alla “vecchia educazione”, al cosiddetto “bigottismo cattolico”…dinanzi a tale commento espresso da un adulto conosciuto e per di più padre di ragazzi che hanno studiato nelle scuole cattoliche, ho pensato proprio a questo tema dei pregiudizi.
Primo punto: la violenza di genere, come tutte le violenze NON è frutto di una educazione all’antica, secondo la quale non bisognerebbe avere rapporti sessuali prima del matrimonio…ma è VIOLENZA. Punto!
Secondo punto: il cattolicesimo visto in modo corretto, non è bigottismo, ma conoscenza della dignità della persona e quindi tentativo di far vivere le persone nel rispetto personale e reciproco. Il bigottismo è una forma di falsa religiosità che chiude gli occhi anche su cose lecite.
Terzo punto: il perbenismo è l’anticamera dell’intolleranza, perchè basandosi appunto su falsi preconcetti e quindi su false verità, diventa intolleranza e soprattutto lede il giusto rapporto con la realtà dei fatti.
Si dovrebbe invece fare di tutto per conoscere bene le situazioni e le persone, senza sparare a zero, soprattutto sui social. E’ vero che esiste la libera espressione, ma esiste anche tanta incapacità a stabilire i confini tra vero e falso, giusto e sbagliato, lecito e illecito.
Cosa mandano a fare i loro figli nelle scuole cattoliche o in qualsiasi altra scuola, dove si cerca di abituare i ragazzi alla verità e al discernimento, se poi certi padri, soprattutto “borghesi benpensanti” sono loro i primi ipocriti?
Mi dispiace, ma l’80% delle persone che scrivono sui social o che girano per strada non hanno la benchè minima idea di cosa sia vivere o tentare di vivere in modo corretto.
In questo non mi ergo a giudice, solo rifletto su una piaga sociale peggiore dell’ignoranza, ossia la falsa conoscenza, spesso travestita con lauree, posti da VIP e compagnie esclusive.
Prima bisogna apprendere a stabilire i propri limiti e poi si riuscirà anche a farsi dei giudizi, quantomeno non intolleranti o equivoci.