L’inverno più lungo

Andrea Riccardi, professore di storia contemporanea, forse più noto per la sua attività nella Comunità di Sant’Egidio, a Roma, di cui è il fondatore, cattolico e soprattutto un bravo scrittore e giornalista, anni fa scrisse un capolavoro sul tema della seconda guerra mondiale, in particolare sulle vicende relative ai nove mesi dopo la caduta del Fascismo, dall’8 settembre 1943 al 5 giugno 1944.

Il testo al quale mi riferisco è L’inverno più lungo,1943-44: Pio XII, gli ebrei e i nazisti a Roma, Laterza, 2008, uno dei più bei libri letti sul tema e dedicato a ricostruire le vicende della gente di Roma, con l’arrivo dei Nazisti.

Questo libro è una storia di persone concrete, di salvatori e di salvati. Gli ebrei salvati a Roma furono più di diecimila, la maggior parte dei quali salvati dai cristiani, da donne e uomini di buona volontà, da frati e suore.

Molto si è detto (e male!), sulla Chiesa. Ma la gente di Chiesa, quella vera, quella santa, c’è stata ed ha agito.

In silenzio. Perchè non si poteva dire. Non bisognava dire! La carità si fa in silenzio.

Di fronte a questa situazione di partenza, Riccardi vuole dimostrare che a Roma tutta la gente aiutava: la gente comune e il vertice vaticano, con il Papa e i suoi servi e serve di Dio.

Riccardi non vuole però concentrarsi troppo sulla figura di papa Pacelli, bensì dimostrare che «il mondo religioso di Roma, con i suoi limiti e con la mentalità di quel tempo, fu una riserva di umanità in un tempo tanto buio» (p. XII).

La ricostruzione dei fatti mette al centro delle memorie i protagonisti.

Riccardi mette in evidenza un intero mondo legato all’assistenza cattolica (accanto all’aiuto prestato da parte delle organizzazioni di assistenza ebraiche ed ai singoli individui, nei quartieri e nelle case private ); era un’ospitalità cattolico-religiosa che si esprimeva spontaneamente (anche il 16 ottobre) e prevalentemente al femminile: i conventi di Suore.

L’azione ospitale nei confronti dei perseguitati esponeva molto di più al rischio i parroci o le suore rispetto a chi aiutava persone di rilievo ad entrare e nascondersi dentro i complessi extraterritoriali del Laterano (Seminario Romano) o del Vaticano, i quali si rivelarono luoghi protetti, anche perché i nazisti non toccarono l’extraterritorialità vaticana, pur sapendo della resistenza in convento.

Il salvataggio a Roma non fu però un’eccezione: troviamo quasi lo stesso tasso dei salvati per l’intera Italia.

C’erano italiani che aiutarono e salvarono gli ebrei, come c’erano anche italiani che li consegnarono ai nazisti.

Ma questa è un’altra storia…

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